Materiali per una rivoluzione culturale
Proponiamo, in due parti, uno studio sui difficili rapporti letterari e personali tra coloro che sono considerati i due baluardi della letteratura sovietica, Maksim Gor’kij e Vladimir Majakovskij.
di Antonio Gramsci
Un articolo di Antonio Gramsci, allora redattore dell’“Avanti!” e del settimanale torinese “Grido del Popolo”, sull’attentato che il capo della giovane repubblica dei Soviet subì ad opera della socialista-rivoluzionaria Fanja Kaplan il 30 agosto 1918.
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Hans-Jürgen Krahl.
Fonte della foto: https://www.latigredicarta.it/wp-content/uploads/2023/01/Krahl-3-1-e1675084547479.jpg
Festivalfilosofia 2012
Umberto Galimberti si occupa in questa lezione del feticismo del denaro, per evidenziare il complesso di pulsioni e rappresentazioni che sottendono ai miti contemporanei del mercato e del denaro.
Può sembrare inverosimile, ma al funerale di Karl Marx nel cimitero londinese di Highgate, il 17 marzo 1883, presero parte solo undici persone. Fu l’amico fedele Friedrich Engels, compagno di lotta di una vita, a pronunciare l’orazione funebre che riportiamo integralmente.
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Stalingrado, 1943. La fontana "Barmalej" fu costruita nel 1930; il gruppo di bambini in girotondo fu eseguito dalla scultrice Ol'ga Nikolaevna Kudrjavceva.
Fonte della foto: https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=75487288
Joyce Lussu. Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/File:Joyce_Lussu.jpg#/media/File:Joyce_Lussu.jpg
Pubblichiamo un articolo del settimanale tedesco che ha avuto vasta risonanza. Ci basiamo sulla traduzione che ne dà la rivista “Internazionale”, ma ripristinando e riadattando alcune piccole parti mancanti. Seguono commenti a mo’ di dibattito sul tema.
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Il corteo funebre di un soldato morto in una delle sanguinose battaglie contro i francesi a Chemin des Dames diventa l'occasione per una manifestazione contro la guerra.
Bertolt Brecht scrisse questa canzone nel 1927, e venne poi musicata da Kurt Weill.
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A Potsdam sotto le querce
di Bertolt Brecht
A Potsdam sotto le querce
in pieno mezzogiorno un corteo,
davanti un tamburo e dietro una bandiera
e una bara nel mezzo.
A Potsdam sotto le querce
una bara, tra una polvere vecchia
di secoli, portavano in sei
con elmo e fronde di quercia.
E un verso, stava scritto
con il minio, sulla bara,
le lettere erano odiose:
«A ogni guerriero la sua casa!»
Questo per ricordare
i morti, erano tanti,
nati nella loro patria
caduti a Chemin des Dames.
Con la mano e con il cuore lui s’era
fatto fregare per la patria,
gli davano una bara in compenso.
A ogni guerriero la sua casa!
Cosí attraversarono Potsdam per l’uomo
dello Chemin des Dames, ma quelli
della polizia verde arrivarono,
li fecero a brandelli.
Quando nel 2005 mi imbattei, non proprio per caso, in questo articolo a firma di Umberto Galimberti, ne fui profondamente colpita; tanto che mi ispirò a creare un personaggio teatrale di fantasia, una sirena inneggiante all’omologazione e a un “sano” realismo. Ma, come si dice, questa è un’altra storia.
Credo che il concetto che maggiormente fece presa su di me fosse che la terapia psicanalitica, attribuendo le cause del dolore esistenziale solo al vissuto personale e alle fragilità individuali, non aiuta la consapevolezza che l’infelicità nasca anche dall’ingiustizia del mondo, anzi rafforza la diffusa rinuncia ad adoperarsi, unirsi e lottare per un cambiamento del sistema.
Barbara Cipriani
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🔴 recensione di Leandro Casini 🔴
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«Nella Lituania sovietica la gente viveva accomunata da un segreto»
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Traduzione italiana di Giosuè Carducci.
Proponiamo il celebre articolo sulla rivoluzione russa dell’ottobre 1917 pubblicato sul giornale del Partito Socialista Italiano “Avanti!” il 24 novembre 1917.
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«La prima espressione letteraria che possiamo considerare paradigmatica della funzione religiosa del socialismo di Gor’kij è rappresentata da La madre. La simbologia religiosa vi è immessa in modo talmente esplicito, che alcuni critici hanno definito quest’opera “il Vangelo di Maksim”».
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"Il Tirreno", odierna denominazione dello storico giornale livornese "Il Telegrafo", a metà degli anni '70 del Novecento rischiò la chiusura ad opera di un editore ottuso, e venne salvato dalla caparbietà dei giornalisti e dei tipografi, che si ritrovarono circondati e difesi dalla città e da un sindaco di vecchio stampo, di quei sindaci che sapevano mettersi in sintonia con le esigenze della propria comunità. La storia la racconta Mauro Zucchelli sul "Tirreno" del 29 aprile 2021, nel 144° anniversario della nascita del giornale.
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Le parole forti rivolte dal parroco ai genitori della sua parrocchia perché spingano in ogni modo i figli a istruirsi. Erano gli anni Cinquanta, il luogo era la parrocchia di San Donato a Calenzano (Firenze).
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Lev Trockij (fonte: Wikimedia Commons).
Presentiamo un articolo pubblicato sulla “Pravda” nel 1923 in cui il capo bolscevico Lev Davidovič Trockij, allora Commissario del Popolo per l’Esercito e la Marina nella Russia sovietica, si occupava di un tema che, in quell’epoca segnata da mille emergenze, poteva sembrare secondario: il linguaggio e la cultura che la classe operaia deve acquisire se vuole porsi all’altezza dei compiti che la Rivoluzione d’Ottobre le ha affidato.
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Mentre prepari la tua colazione, pensa agli altri,
non dimenticare il cibo delle colombe.
Mentre fai le tue guerre, pensa agli altri,
non dimenticare coloro che chiedono la pace.
Mentre paghi la bolletta dell’acqua, pensa agli altri,
coloro che mungono le nuvole.
Mentre stai per tornare a casa, casa tua, pensa agli altri,
non dimenticare i popoli delle tende.
Mentre dormi contando i pianeti, pensa agli altri,
coloro che non trovano un posto dove dormire.
Mentre liberi te stesso con le metafore, pensa agli altri,
coloro che hanno perso il diritto di esprimersi.
Mentre pensi agli altri, quelli lontani, pensa a te stesso,
e dì: magari fossi una candela in mezzo al buio.
Presentiamo la Prefazione all’edizione italiana e l’Introduzione al volume Il sorgo e l’acciaio. Il regime sviluppista socialista e la costruzione della Cina contemporanea, del collettivo 闯 Chuăng (Torino, Porfido Edizioni, 2022): si tratta di una ricostruzione storica ed economica della Repubblica Popolare Cinese che tenta di spiegare anche l’attuale percorso intrapreso da quel grande paese, di analizzarne le contraddizioni e i conflitti di classe.
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Lo storico Luigi Cortesi traccia un profilo biografico politico-intellettuale di Sebastiano Timpanaro, spesso snobbato dall’intelligencija nostrana, ma che, secondo noi, occupa di diritto un posto d’onore nell’elaborazione teorica del marxismo italiano. Se non altro, per i suoi tentativi – anche ricorrendo al pensiero filosofico di Giacomo Leopardi – di far deragliare il dibattito interno al movimento marxista italiano dai binari che lo portavano a sfociare in direzioni idealistiche e reinserirlo nel filone del materialismo tracciato a suo tempo da Engels e da Lenin.
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Una sintesi delle riflessioni gramsciane sulla letteratura nazionale e sulla funzione degli scrittori e degli intellettuali nella società italiana e nel contesto della lotta per la rivoluzione socialista.
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Domande di un lettore operaio
Tebe dalle Sette Porte, chi la costruì?
Ci sono i nomi dei re, dentro i libri.
Son stati i re a strascicarli, quei blocchi di pietra?
Babilonia, distrutta tante volte,
chi altrettante la riedificò? In quali case
di Lima lucente d’ oro abitavano i costruttori?
Dove andarono, la sera che fu terminata la Grande Muraglia,
i muratori?
Roma la grande è piena d’archi di trionfo.
Chi li eresse?
Su chi trionfarono i Cesari?
La celebrata Bisanzio
aveva solo palazzi per i suoi abitanti?
Anche nella favolosa Atlantide,
la notte che il mare li inghiottì, affogavano urlando
aiuto ai loro schiavi.
Il giovane Alessandro conquistò l’India.
Da solo?
Cesare sconfisse i Galli.
Non aveva con sé nemmeno un cuoco?
Filippo di Spagna pianse, quando la flotta
gli fu affondata. Nessun altro pianse?
Federico II vinse la guerra dei Sette Anni.
Chi, oltre a lui, la vinse?
Una vittoria ogni pagina.
Chi cucinò la cena della vittoria?
Ogni dieci anni un grand’uomo.
Chi ne pagò le spese?
Quante vicende,
tante domande.